La creatura umana «opera delle sue dita» (cfr. Sal 8,4) è unica e inconfondibile. L’immagine del vasaio descrive in maniera eccellente l’amore di Dio verso l’opera delle sue mani. Il lavoro del vasaio era, infatti, faticoso e richiedeva molta attenzione perché doveva raccogliere l’argilla, purificarla dalle impurità, farla girare su di una ruota e, senza lasciare nulla al caso, esercitare sull’argilla la pressione necessaria per imprimerle la forma desiderata.
Leggiamo nei libri sapienziali: «Così il vasaio che è seduto al suo lavoro e con i suoi piedi gira la ruota, è sempre in ansia per il suo lavoro, si affatica a produrre in gran quantità» (Sir 38,29; cfr. Sap 15,7). Dio, come il vasaio attento, si prende cura di plasmare il “suo vaso” all’interno per renderlo adatto a ricevere ciò per cui è destinato e, all’esterno, per essere utile, bello e meraviglioso. Qualora risultasse imperfetto o dovesse rovinarsi prova a riplasmarlo con pazienza. Il profeta Geremia così illustra l’immagine/simbolo di Dio “vasaio abile”: «“Alzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola”. Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva giusto. Allora mi fu rivolta la parola del Signore in questi termini: “Forse non potrei agire con voi, casa d'Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa d'Israele”» (Ger 18, 1-6). Il profeta Isaia formula una stupenda confessione di fede: «Noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma, tutti noi siamo opera delle tue mani» (Is 64,7). Di qui l’atteggiamento umile e responsabile del vaso verso il vasaio: «Come argilla nelle mani del vasaio che la modella a suo piacimento, così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati e li ricompensa secondo il suo giudizio» (Sir 33,13). Il vaso, dunque, non può discutere con lui in modo arrogante: «Forse che il vasaio è stimato pari alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: “Non mi ha fatto lui”? E un vaso può dire del vasaio: “Non capisce”?» (Is 29,16; 45,9). Geremia annuncia la decisione di Dio di punire il popolo infedele come un vasaio frantuma il suo vaso: «Spezzerò questo popolo e questa città, così come si spezza un vaso di terracotta, che non si può più accomodare» (Ger 19,1-11).