L'abbraccio che guarisce [De Sanctis]

Terzo e conclusivo capitolo di un’ideale trilogia dedicata alla Trinità: un testo per riscoprire il volto del Padre. Con la prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi.

Maurizio De Sanctis, passionista, è parroco a Livorno; giornalista, laureato in Teologia e in Psicologia, è impegnato nella pastorale giovanile e in spettacoli musicali; ha prodotto cd e musical. Per le Paoline ha pubblicato diversi volumi. Tra questi ricordiamo: Gesù di Nazaret. Drop out di tutti i tempi (2013) e Lo Spirito Santo, questo «grande sconosciuto» (2017).
Ora torna in libreria con un libreria che completa l’ideale “trilogia” sulla Trinità: L’abbraccio che guarisce. Scoprire il volto del Padre. Il libro traccia un percorso che parte dalla realtà del nostro tempo, che vive il rifiuto dell’immagine paterna, e giunge a parlare di una società senza padre. È un testo di ricerca del volto del Padre: quel volto deturpato, sfigurato dalle false immagini che ci siamo fatti di Dio, per motivi psicologici (esperienze traumatiche di paternità) o per motivi spirituali (predicazione e catechesi eccessivamente concentrate sul giudizio personale e universale).

Dopo aver presentato Dio Padre nell’Antico e nel Nuovo Testamento, l’autore si sofferma sulla Parabola del padre misericordioso e su una attenta spiegazione del Padre nostro. Sottolinea l’importanza della preghiera continua, nella vita quotidiana, con una proposta di preghiera trinitaria: al Padre, per il Figlio, nello Spirito Santo. Il volume si conclude con una riflessione su Maria e il Padre a partire dall’esperienza del Magnificat, per scoprire Maria figlia e sposa del Padre. Grazie all’uso di un linguaggio semplice la proposta di riflessione è accessibile a tutti, pur affrontando temi di rilievo, di natura psicologica e teologica.

Il libro è arricchito dalla prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Che scrive: “Puntando lo sguardo sul volto del Padre divino, spesso oscurato da sovrimpressioni che lo deformano o lo appannano, [l’Autore] desidera che i figli lo ritrovino e lo riconoscano nella sua autenticità. Il linguaggio delle sue riflessioni è così trasparente da rendere inutile ogni guida previa; il tema da lui scelto è così urgente anche a livello socioculturale contemporaneo – il tempo dell’assenza dei padri o del loro rigetto – da non esigere sottolineature”.

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