Ma quali sconosciute

Una sconosciuta è, normalmente, una persona senza nome, un volto tra tanti, qualcuno che non sappiamo proprio chi sia. Magari è una personalità importante ma, qualunque sia l’occasione in cui la incontriamo, ci verrà naturale lasciarla sullo sfondo del nostro campo visivo, come fosse una semplice comparsa. Tutt’al più potremmo avere la sensazione di un vago déjà-vu… Forse l’abbiamo già incrociata da qualche parte, ma chissà dove.

Nella Scrittura esistono molte donne con questo profilo: una certa signora di Tekòa che parla con il re Davide, l’anonima moglie del levita del libro dei Giudici, una donna siro-fenicia tra le tante incontrate da Gesù… Tutte figure senza nome, che appaiono e subito scompaiono. Per conoscerle bisognerebbe provare a fissare lo sguardo proprio su di loro anziché genericamente sullo svolgersi della scena. Prestare loro attenzione, creare le condizioni per incontrarle.
Ma una persona può restarci sconosciuta anche con queste accortezze. Potremmo aver conosciuto una donna, aver saputo il suo nome, il suo ruolo, le sue origini, e perfino essere sicuri di saperla riconoscere per strada… e poi un giorno scoprire qualcosa di lei che getta una nuova luce su tutto ciò che sapevamo. D’un tratto ci rendiamo conto di quanto ci fosse sconosciuta. Magari ci accorgiamo anche di averla scambiata tutto il tempo per qualcun’altra che le somigliava. Così succede spesso con le figure bibliche di Maria di Màgdala e Maria di Betania, apparentemente ben note eppure molte volte sovrapposte nel racconto popolare, o con le molteplici figure che si condensano in Maria di Nazaret, da Eva alla donna di Apocalisse.
Le donne della Scrittura sono sconosciute in molti modi, incluso quello di essere finite, semplicemente, nel nostro dimenticatoio personale. Questo testo nasce per renderle di nuovo riconoscibili, e infatti ne raccoglie alcuni ritratti: 50. Ma certo non si tratta di identikit dettagliati, anzi qui ci sono solo bozzetti, poco più che un insieme di linee e macchie di colore, un tentativo di tratteggio su uno scontrino, un tovagliolo, o altro materiale di uso quotidiano. In poche righe si accennano storie per analizzare le quali servirebbero dei tomi, e infatti altre penne esperte ne hanno scritti di preziosi. È grazie a molti libri di bibliste ed esegeti (alcuni dei quali riportati nella bibliografia finale) che anche queste pagine, nel loro piccolo, possono pretendersi fondate scientificamente, verificate sulla lingua ebraica e greca, pertinenti con il contesto. Sarà bene rimandare subito ad essi chi volesse fare esercizio di approfondimento.
Questi ritratti sono invece pensati per disegnatrici e disegnatori distratti: per chi, mentre ascolta certe pagine della Bibbia, completa il racconto a spanne con i ricordi che ha e per chi, passeggiando in qualche museo, riconosce un personaggio biblico in un quadro, e al quadro successivo si trova in dubbio. Per chi a volte rilegge qualche brano della Scrittura «perché capita», e non con l’intenzione dichiarata di trovare ciò che non aveva trovato all’inizio, e proprio per questa gratuità di approccio forse sa stupirsi di più dei giochi di rimandi tra figure, delle alleanze tra personaggi e delle affinità tra sé e loro.

Seguono 50 ritratti di donne, dunque, ma non esattamente 50 donne. In alcune tavole compaiono infatti coppie o terzetti di personaggi femminili tra loro indivisibili (Sifra e Pua, le tre miròfore, Maria e Rode…) e va a finire che di donne qui dentro se ne contano più di 60. Molte di più sono quelle che rimangono tra le righe (come le innumerevoli «donne e bambini» presenti alla moltiplicazione dei pani e dei pesci), e ancora ne mancano: Sara, Lia e Rachele, Dina, la madre dei Maccabei, Susanna, Sara di Tobia, Culda, Acsa, Elisabetta, la donna adultera, Damaris… A fare l’elenco completo delle assenti arriveremmo a contarne altre 50, e tra i nomi appena indicati ce ne saranno di nuovo alcuni più familiari e altri quasi ignoti.
Ma anche in questo caso non ci guida un desiderio di esaustività, al contrario custodiamo la seria sensazione che una completezza non sia possibile: per quanto possiamo allungare l’elenco, ci sarebbero sempre altre donne da narrare. Non che sia impossibile, volendo, schedare ogni figura femminile menzionata nella Bibbia ma, se guardiamo alla Scrittura come il racconto testimoniale che è (racconto di un popolo a un popolo, di una comunità ad altre comunità), è evidente che abbiamo per le mani materia viva, dove ogni storia ne fa intravedere in filigrana molte altre (non scritte), dove si intrecciano voci e vite, comprese le nostre.
Per questo ogni ritratto deve uscire dai bordi del foglio, perché intercetta reminiscenze precedenti, memorie antiche, oppure narrazioni successive impastate di varie culture e devozioni. Ogni donna è anche molte altre insieme. E sfogliare questo libro può essere un modo per ricordarlo, allenando il nostro occhio alle storie delle donne, cioè di tutte le donne, anche di coloro che esulano dal racconto biblico, quelle conosciute a cui forse pensiamo leggendo di Dalila o di Lidia, di Tamar o di Priscilla, e quelle sconosciute, appunto, che forse un domani incontreremo.


Condividi

ma-quali-sconosciute.html

Articoli correlati

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato su iniziative e novità editoriali
Figlie di San Paolo © 2024 All Rights Reserved.
Powered by NOVA OPERA