Christus factus est obediens

«La settimana santa conclude la lunga preparazione che vede i fedeli concentrarsi sugli ultimi giorni di Gesù Cristo. È il momento di comprendere meglio e condividere la sua missione di salvatore. Oggi il Paraclito dà un senso alle azioni liturgiche, ciascuna delle quali rivela una tappa importante nel nostro cammino di conversione e di "cristificazione": divenire noi stessi un alter Christus.

I canti proposti in questo album offrono alcune testimonianze della fede della Chiesa e, parimenti, raccolgono alcuni elaborati di alto interesse culturale e musicale. Centrale in questo mosaico sonoro è il Passio giovanneo, ma meritano attenzione anche altri canti.

L’antifona Pueri Hebræorum ricorda l’entusiasmo della gioventù di Gerusalemme festante intorno a Cristo. La melodia, studiata da ERIC WERNER († 1988), s’innesta su una preghiera che i pii israeliti rivolgevano a Dio e apre lo scenario che mostrerà tutto il conflitto tra passione-morte e risurrezione del Verbo incarnato.
Christus factus est è un responsorio graduale costituito da due elementi che si cantano nella successione ABA. L’importanza di questo canto nella vita della Chiesa è da sempre riconosciuta, tanto che si esegue nella Messa ed, eccezionalmente, anche durante le Ore e, nel triduo pasquale, in vari momenti della vita delle comunità.
Ubi caritas est vera è un brano innodico (versus), composto da PAOLINO II, patriarca di Aquileia († 802). Suggella la pace raggiunta tra fazioni opposte nella Chiesa locale. La melodia sostiene il testo-preghiera del grande poeta, tra i principali della corte carolingia.
Il giovedì santo si canta l’inno Pange lingua gloriosi corporis mysterium destinato, in origine, alla solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Il testo è attribuito a Tommaso d’Aquino († 1274). L’inizio ricalca un noto inno del poeta VENANZIO FORTUNATO († 610) Pange lingua gloriosi prœlium certaminis.
Il mondo ebraico è presente con parti delle Lamentazioni del profeta GEREMIA. Gli Improperia propongono un genere letterario diffuso in vari autori cristiani che hanno trattato della storia di Cristo. Nel racconto varie citazioni bibliche s’intrecciano con recriminazioni che assumono toni concitati.
O quando in cruce è un’ampia antifona narrativa. Essa riprende magistralmente il dialogo nel quale Cristo rinfaccia agli Ebrei un comportamento ingiusto nei suoi confronti: Et nunc quid mihi redditis mala pro bonis?... Il testo originale greco – forse anche la musica? – risale a Sofronio, patriarca di Gerusalemme († 638).
Diverso – e unico nel suo genere – è l’ampliamento di un Kyrie. In linea con le riflessioni di san Paolo, si rilegge la morte di Cristo in croce nel segno della salvezza e della sconfitta della morte stessa. ABRAHAM ZVI IDELSOHN (†1938) nel 1922 ha segnalato l’origine di questo straordinario dialogo musicale tra un solista e due cori. La melodia ricalca il tono della cantillazione dell’Esodo secondo una tradizione ebraica presente a Babilonia».

Così Giacomo Baroffio Dahnk, gregorianista di fama mondiale, nella Presentazione del CD Christus factus est obediens, i cui brani sono stati eseguiti dall’insieme vocale Haec Dies, da lui sapientemente ed eccezionalmente diretto per questa occasione.


Condividi

christus-factus-est-obediens-2.html

Articoli correlati

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato su iniziative e novità editoriali
Figlie di San Paolo © 2025 All Rights Reserved.
Powered by NOVA OPERA