Amare l'altro come noi stessi. Mettersi nei panni dell'altro che non conosciamo o non sopportiamo, amare chi non vorremmo, accogliere o aiutare chi non avevamo messo in conto, condividere ciò che abbiamo e ciò che siamo con chi non ci è simpatico... riflettiamo assieme ai nostri ragazzi sulla loro identità e sul loro modo di mostrarsi agli altri, partendo dalla domanda: quali «altri» siamo noi?
«Come specchi gli occhi nei volti... Ma tanto prima o poi gli altri siamo noi», cantava Umberto Tozzi nel 1991. Il testo di questa canzone non è stato mai così attuale, come oggi.
È interessante cogliere cosa emerge da questa domanda: quali situazioni/condizioni li spaventano, o li lasciano indifferenti, oppure li spronano a muoversi, ad agire, a farsi «prossimo» dell'altro.
Un dottore della Legge chiese a Gesù: «Chi è il mio prossimo?». Questa domanda continua a metterci in crisi nella misura in cui ripensiamo al comandamento dell'amore, che noi tutti, piccoli e grandi, siamo invitati a vivere: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso» (Lc 10,27).
Amare l'altro come noi stessi. Mettersi nei panni dell'altro che non conosciamo o non sopportiamo, amare chi non vorremmo, accogliere o aiutare chi non avevamo messo in conto, condividere ciò che abbiamo e ciò che siamo con chi non ci è simpatico.
I nostri ragazzi – e anche noi! – sono capaci e disposti a porsi davanti a questa sfida e a mettersi in gioco?
Incoraggiamo i ragazzi a sperimentarsi e a:
Il testo di Barbara Corsano è tratto da:
In sintonia con i Magi che ascoltano... e cercano Gesù, parola di Dio che si è fatta uomo, si pongono: il percorso mistagogico, che focalizza «la liturgia della Parola», la novena di Natale e il bibliodramma. Le rubriche formative evidenziano l'accoglienza e l'alleanza educativa. Il Dossier #iostoconlavita approfondisce il tema: #glialtrisiamono
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