Un viaggio alla ricerca della felicità

La Cercatrice d'Acqua

Chiara, la giovanissima protagonista de "La Cercatrice d’Acqua", si presenta fin dalle prime battute del romanzo come una ragazza in cerca di risposte e di senso. Ci si mostra con sincerità, in tutta la sua ricchezza e complessità di adolescente, nel chiaroscuro di ombre e di luce che ha dentro di lei.

Affetti profondi, ma anche rabbia e insofferenza: per il dolore, che già conosce, anche se ha solo quindici anni, per le responsabilità che si trova sulle spalle e per l’incapacità degli adulti di ‘esserci’ e di far fronte alla vita.
Chi può guidarla se i punti di riferimento vengono meno?
Come può riempire il senso di vuoto che ha dentro?
Che senso ha quello che le succede?
In un brano del libro Chiara dice di se stessa: «È come avere dentro una voragine. Un cuore con un vuoto al centro, come una ciambella rinsecchita, o come uno di quei fiori assetati, dimenticati sui davanzali di Milano, che aspettano qualcuno che li faccia rinascere. E pensare che basterebbe solo un goccio d’acqua, tutti i giorni».

Chiara, dunque, è un’assetata. Di senso, di risposte, di felicità, proprio come lo siamo tutti noi, grandi e piccoli.
Ed ecco che la vita, nella finzione della storia, le fa un regalo, camuffato, come spesso accade, da imprevisto. Un’eredità inaspettata la porta a Rasiglia, un piccolo borgo nel cuore dell’Umbria, attraversato da torrenti di acqua pura, ruscelli e canali. Da lì Chiara viene misteriosamente catapultata ad Aqua, un mondo parallelo che assomiglia moltissimo al nostro, in un continuo gioco di rimandi tra realtà e fantasia.
Le vicende ad Aqua, tra nuove amicizie, incontri inaspettati, scoperte che le permettono di capire molte cose di sé e della sua famiglia, la portano a oscillare tra il desiderio di tornare a casa sua, nel mondo reale, e quello di restare lì, dove, grazie all’affetto dell’anziana Cercatrice, Chiara trova un’oasi di pace che riesce un po’ a calmare la sua sete interiore.
Questa serenità viene però presto sconvolta e Chiara è costretta ad affrontare una nuova dolorosa perdita e il peso di responsabilità troppo grandi. Diventata Cercatrice, deve partire alla ricerca dell’Acqua che Toglie la Sete, da cui dipende la salvezza dell’Oasi, presa d’assedio dai nemici.

Come in ogni storia fantasy che si rispetti, il viaggio di ricerca che la giovane protagonista deve affrontare sarà denso di pericoli e difficoltà, tradimenti, infidi nemici da cui difendersi, agguati e mostri da sconfiggere, ma sarà soprattutto un viaggio interiore, di crescita.
Alla fine di questo viaggio Chiara, disperata, debole e sconfitta, scoprirà che non c’è nessuno, per quanto assetato sia, che non possa dissetare, essere sorgente, per qualcun altro.
Sarà la mitica figura di una grande aquila di nome Nèsher, a svelarglielo, con parole che richiamano un altro incontro, quello tra la più famosa assetata della storia e un uomo seduto su un pozzo. Un uomo che la stupisce con una richiesta, semplice e inaspettata, di un po’ d’acqua da bere.

Isabella Salmoirago

Leggi un estratto del libro


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