Ambientato nel 1971 in Brasile, un paese stretto nella morsa della dittatura militare, il film racconta la storia di una madre costretta a reinventarsi quando la vita della sua famiglia viene sconvolta da un atto di violenza arbitraria. Una storia vera di resilienza e trasformazione, di cui il regista Salles offre una declinazione trattenuta e personale.
Io sono ancora qui è un film del 2024 diretto da Walter Salles, basato sul libro omonimo di memorie di Marcelo Rubens Paiva. La pellicola racconta la storia vera della famiglia Paiva durante la dittatura militare brasiliana degli anni ‘70. È un racconto intenso e profondo che intreccia vicende familiari, ricordi personali e riflessioni sul Brasile in quel contesto storico. Il regista offre una riflessione incisiva sulla memoria storica e sulla resilienza umana, mettendo in luce le esperienze personali all’interno di un contesto politico repressivo. Il protagonista, Rubens Paiva, era un ingegnere civile e politico che si oppose al regime militare. Nel 1971, fu arrestato e divenne uno dei tanti desaparecidos di quel periodo. Il film si concentra sulla moglie Eunice, interpretata da Fernanda Torres, una figura tenace che porta avanti con fermezza le proprie convinzioni. La donna lotta per scoprire la verità sulla scomparsa del marito affrontando le difficoltà di crescere i figli da sola in un contesto di repressione politica. La sua personalità è una combinazione di autenticità e capacità di affrontare le sfide con coraggio e integrità. Un carattere energico in grado di resistere alle avversità, mantenendo al contempo empatia e gentilezza.
Il titolo Io sono ancora qui riflette il senso di sopravvivenza e resilienza di Marcelo Rubens Paiva, autore del libro e figlio del protagonista, nonostante le tragedie personali e le difficoltà incontrate nel corso della sua vita. Il film è apprezzato per il tono emotivo e riflessivo, oltre che per la capacità di intrecciare la memoria individuale con la storia collettiva del Brasile. La narrazione non è soltanto una denuncia politica o un lamento personale, ma un atto d’amore nel far fronte alle avversità, saper resistere e riorganizzare positivamente la propria vita e le proprie abitudini. Il regista Walter Salles esplora temi come la fragilità umana, l’amore familiare e la necessità di preservare la memoria collettiva e personale. Nel suo racconto alterna momenti di commozione profonda a passaggi ironici e riflessivi, caratteristica distintiva del suo stile cinematografico. Io sono ancora qui rappresenta una importante testimonianza storica e personale che parla di resistenza e di giustizia, non solo a livello politico ma anche nel contesto familiare. In un Paese in cui la dittatura ha lasciato ferite profonde, questo film rappresenta un contributo fondamentale per mantenere viva la memoria storica e personale.
Il film Io sono ancora qui può essere valutato su diversi livelli, a seconda dell’aspetto tematico e stilistico. È importante specificare il contesto per offrire una lettura precisa e presentare un’interpretazione simbolica del titolo. Se il film affronta temi introspettivi e drammatici, il titolo Io sono ancora qui rappresenta la resistenza di una persona davanti alle sfide della vita, alle perdite e al cambiamento. In un contesto sociale, Io sono ancora qui, simboleggia la resilienza di un individuo o di un gruppo che si oppone all’emarginazione e alla eliminazione della libera società, nella lotta per mantenere vivo un legame affettivo nonostante incomprensioni, distanze e difficoltà. Una narrazione, quella che viene affrontata dal regista, in cui il protagonista cerca di ridefinire la propria identità e ritrovare il senso di sé in un contesto ostile e incerto. Il sottofondo di denuncia sociale e politica che viene presentato, è simbolo di lotta contro l’oppressione e l’indifferenza. La storia racchiude anche una componente spirituale riferendosi a una testimonianza di fede, speranza e sopravvivenza in un contesto di difficoltà estrema. La lettura spirituale non è esplicita ma può essere interpretata proprio attraverso il tema del cambiamento, della crisi personale e della ricerca di un senso più autentico dell’esistenza.
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Titolo Originale: Ainda estou aqui
Genere: Biografico, Dramma giudiziario, Drammatico
Regia: Walter Salles
Interpreti e ruoli: Fernanda Torres (Eunice Paiva), Fernanda Montenegro (Eunice Paiva anziana), Selton Mello (Rubens Paiva), Valentina Herszage (Vera), Luiza Kozovski (Eliana), Guilherme Silveira (Marcelo), Antonio Saboia (Marcelo adulto), Bárbara Luz (Nalu), Cora Mora (Babiu), Pri Helena (Maria José)
Nazionalità: Brasile, Francia
Distribuzione: Bim
Anno di uscita: 2025
Soggetto e Sceneggiatura: Dal libro "Ainda Estou Aqui" di Marcelo Rubens Paiva, la sceneggiatura è firmata da Murilo Hauser e Heitor Lorega
Fotografia: Adrian Teijido
Musica: Warren Ellis
Montaggio: Affonso Gonçalves
Durata: 135’
Produzione: Maria Carlota Bruno, Rodrigo Teixeira, Martine de Clermont-Tonnerre. Casa di produzione: VideoFilmes, RT Features, MACT Productions, ARTE France Cinéma, Conspiração, Globoplay
Valutazione del Centro Nazionale Valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana: Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematiche: Amore-Sentimenti, Carcere, Dialogo, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Giustizia, Male, Mass-media, Metafore del nostro tempo, Morte, Politica, Storia, Violenza
Note:
- In Concorso all’81a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2024), Osella miglior sceneggiatura e Premio cattolico internazionale Signis