Non c'è essere umano che non si ponga domande sulla morte. Non si tratta soltanto di accettare che essa esiste, ma di cercare una possibile speranza.
Il credente adulto e consapevole non teme chi gli faccia domande. Non sfugge al confronto e non si sottrae alle sfide della cultura perché la fede non è un cieco sentimento che manda in pensione la ragione.
È possibile, per noi uomini e donne di oggi, ripensare la nostra "comune umanità" e i nostri mutati rapporti all'interno della Chiesa, non in funzione dei modi, ma alla luce del Vangelo?