28 luglio: Vangelo di Matteo 13,47-53. Oggi, la Parola ci porta a vedere Dio nella nostra vita, come Colui che non ha fretta di giudicare ma sa attendere il momento opportuno e che la salvezza è per tutti. È bello pensare che finché c'è vita c'è speranza.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là. (13,47-53)
Oggi ci lasciamo colpire da una sensazione positiva: tutti (non importa se buoni o cattivi) siamo raccolti da Dio, cioè non dispersi, non lasciati a nuotare invano nel nostro mare.
Sarà il Signore a giudicare. Dio, non noi. E alla fine dei tempi, non oggi.
Dio non ha fretta di giudicare ma sa attendere il momento opportuno.
Qui sta la misericordia: La salvezza è per tutti ed è bello pensare che finché c'è vita c'è speranza.
Proviamo allora a guardare il buono e il cattivo in noi, a lasciar fare a Dio; noi, i discepoli, proviamo semplicemente a gioire di quanto ha compiuto e guardiamo con sorpresa alla persona di Gesù cercando di cogliere come lui faccia nuove tutte le cose.
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