Con occhi nuovi

XXX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Tante luci da non vedere più.

«Rabbunì, che io veda di nuovo!», risponde Bartimeo, il cieco di Gerico, a Gesù che gli chiede: «Che cosa vuoi che io faccia per te?», dopo averlo fatto chiamare dalla gente che inutilmente aveva cercato di convincerlo a smettere di gridare: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». «Che io veda di nuovo!»… Non era nato cieco, aveva perduto la vista con un carico di tristezza, rimpianti e nostalgie della luce che lo avevano fatto sprofondare nel buio del «seduto sulla strada a mendicare».
Non rassegnato però. Continua a gridare, indifferente ai richiami di coloro che volevano farlo tacere, e quando gli dicono: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!» reagisce con un entusiasmo straordinario: non si alza, ma balza in piedi, come difficilmente è in grado di fare chi non vede; e non è condotto da Gesù come normalmente accadeva - (Lc 40, 40; Mc 2,3.4; Mt 9,32) -, ma «va da Gesù»; non lascia il mantello, ma lo getta via. Tutti gesti inaspettati e improbabili in chi non vede dove sta e cosa c’è intorno a lui.
Praticamente già ci vede, infatti, quando lo ha davanti, Gesù gli dice «Va’, la tua fede ti ha salvato». «Ti ha salvato», la guarigione è già avvenuta. In situazioni simili, come nella guarigione di altri due ciechi, Gesù chiedeva: «Credete che io possa fare questo?» (Mt 9,28). Con lui no, non c’è bisogno di nessuna verifica: la fede l’aveva dimostrata dall’inizio quando aveva cominciato a gridare: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» e quando, balzato in piedi e gettato via il mantello, era corso da lui.

I nostri mantelli

Perché riportare il gesto del mantello buttato via? Questo particolare è strano, perché i Vangeli sono avarissimi solitamente di annotazioni che avrebbero soddisfatto la nostra curiosità. Non ci dicono niente su cosa ha fatto Gesù fino a trenta anni, niente di Giuseppe, niente della vita di Maria Maddalena…, invece l’evangelista Marco, il più conciso e concreto, si preoccupa di informare che il cieco ha gettato via il mantello?! Il motivo c’è. Quel gesto apparentemente senza importanza avverte che il cieco di Gerico non è soltanto il protagonista di una guarigione, ma un’icona con la quale identificarci, un messaggio da accogliere, perché la sua storia è la nostra storia. Infatti il mantello, per i mendicanti, era il vestito per il giorno e la coperta per la notte - come i cartoni per i senza tetto -, praticamente la vita. E la Legge di Mosè era severissima. Se un povero era costretto a impegnarlo magari per un tozzo di pane, alla sera glielo si doveva restituire: «Se quell'uomo è povero, non andrai a dormire con il suo pegno. Dovrai assolutamente restituirgli il pegno al tramonto del sole, perché egli possa dormire con il suo mantello e benedirti» (Dt 24, 10-13).
Bartimeo siamo noi in questo nostro tempo in cui i “maestri” sono tanti da non vedere più dov’è la luce; e i “mantelli” sono così convincenti (la scienza, i sondaggi, le mode…) da ipotecare la nostra fiducia. Frastornati da tutte queste verità, rischiamo di non essere come Bartimeo, ma come la folla che cercava di farlo tacere.

Con gli occhi di Gesù

Nella fede come nella vita concreta ci sono momenti in cui ci si ritrova sulla strada a mendicare. Succede quando tutto sembra girare a vuoto, quando si perde la fiducia nella preghiera: “tanto a che serve?”, quando ci si scopre lontani dai propri desideri e dai propri progetti. Questi momenti, spesso improvvisi e inaspettati, spuntano dentro di noi per i motivi più diversi: un insuccesso, una malattia, un rapporto di amicizia svanito, una delusione, una speranza delusa… Quando è così bisogna andare con Bartimeo a mendicare sulla strada, imparare a sentire Gesù che passa, e gridare: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Senza stancarsi, senza scoraggiarsi, senza farsi zittire dalla folla dei dubbi e degli interrogativi, finché Gesù non ci manda a chiamare per concederci di tornare a vedere.

Allora via il mantello! Ma attenzione perché assume fattezze molteplici e diverse. La più insidiosa è la presunzione che il Signore ci mandi a chiamare quando stabiliamo e vogliamo noi, mentre la fede che salva è quella di imparare a sentire i suoi passi e poi, come Bartimeo, seguirlo lungo la strada. La sua strada.


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