Il bene non è una fantasia

VII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Ciò che Gesù chiede è alla nostra portata.

Il Vangelo di questa domenica, un altro brano delle Beatitudini secondo Luca, contiene un insieme di inviti, esortazioni, proposte talmente contrari alla mentalità corrente di allora e di oggi da sembrare provocazioni beffarde. Le possiamo riunire in tre gruppi, identificandole con i messaggi più sorprendenti, paradossali, utopistici.

  1. L’amore: «Amate i vostri nemici»; «A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra».
  2. La gratuità: «Se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta?»; «Fate del bene e prestate senza sperarne nulla».
  3. La misericordia: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso»; «perdonate e sarete perdonati».

Mettere in pratica una soltanto di queste proposte - per esempio: «Amate i vostri nemici», oppure: «perdonate e sarete perdonati» – appare al di fuori delle nostre capacità e possibilità. Se poi si prende atto che non è possibile praticarne una senza le altre, oppure tutte eccetto una, perché toglierne una vuol dire cancellarle tutte, sembrerebbe logico concludere che quelli di Gesù sono desideri, aspirazioni, sogni da apprezzare ma impossibili da praticare.

Ma da chi andremo?

Quando ci si trova di fronte a messaggi evangelici particolarmente difficili persino da ascoltare, e figuriamoci da praticare, le reazioni possono essere due: quella dei discepoli che di fronte alla difficoltà di capirlo «tornarono indietro e non andavano più con lui»; oppure quella di Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,66-69). Volendo, a queste due se ne potrebbe aggiunge una terza – potrebbe essere la nostra – quella di coloro che ritengono le Beatitudini un bando: “Beati quelli che vorranno 'provare' a essere poveri”; e non invece una chiamata personalizzata: «Beati voi» o «guai a voi».
Se accettiamo la scelta di Pietro è di aiuto, di incoraggiamento e di consolazione la consapevolezza che la proposta di Gesù non è una condizione di partenza, ma un traguardo da raggiungere, un percorso che comprende incertezze, stanchezze, perfino fuoristrada e cadute, purché rimangano fermi la decisione di tendere verso il traguardo e l’impegno a raggiungerlo. Per capirci, Gesù afferma: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso». Come si può pensare di partire da questa situazione già raggiunta se non è possibile conquistarla neanche alla fine del cammino, quando incontreremo la misericordia del Padre e la nostra al confronto sarà appena un barlume. Gesù, infatti, con i suoi discepoli, in modo particolare con i Dodici, non ha preteso la perfezione, ma ha chiesto di camminare dietro a lui, anche se incerti, a volte dubbiosi, e persino capaci di rinnegarlo, però decisi a seguirlo.

Parole di cielo e di terra

Di fronte al Vangelo, a messaggi come quelli che stiamo meditando oggi, è spontaneo chiedersi se essi sono umanamente estranei e irraggiungibili, oppure già presenti nei nostri desideri, nei pensieri, nei comportamenti e perciò giusti anche razionalmente e quindi da perseguire. Risponde Mosè:
«Questo comando che ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica» (Dt 30, 11-16). Se ci si ragiona appena un po’, non è difficile immaginare cosa sarebbe la vita personale e sociale se, o per fede, o per ragione, non ci fossero uomini e donne che cercano di praticare, anche senza conoscerle, le Beatitudini di Gesù.

La pace e la spada

Lascia sempre perplessi l’affermazione di Gesù: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada» (Mt 10,34). Niente di più vero e attuale. L’amore, la gratuità, la misericordia non sono una tisana per stare tranquilli, ma il coraggio per vincere il male con il bene.


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