ll male non nasce dalle cose create.
«Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Quella di Gesù è un’affermazione di grande libertà, che avrebbe dovuto impegnare i cristiani, soprattutto in certe epoche, a non vedere il male dovunque, rendendo il rapporto con il Creatore un “fardello” pesante. Ci voleva Francesco d’Assisi per cantare la bellezza di tutte le cose create, compresa “sorella morte”, e per riscoprire che il cristianesimo è l’unica religione che non ritiene impura nessuna creatura, nemmeno le droghe, con la consapevolezza, però, che il loro utilizzo per il bene o per il male dipende dalla nostra libertà. La Bibbia dice: «Allegria del cuore e gioia dell'anima è il vino bevuto a tempo e a misura». Però: «amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità, con eccitazione e per sfida» (Sir 31,27 - 29).
Tutto è buono, ma «impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza» sono il pane quotidiano della cronaca. Dove nasce il male? La risposta di Gesù non poteva essere più precisa: «dal di dentro, dal cuore degli uomini», cioè dalle nostre scelte sbagliate, dai nostri desideri negativi, dai nostri comportamenti incontrollati, per i quali niente è proibito - né pensare, né dire, né fare - se è divertente, se è emozionante, se è desiderabile, se va di farlo, se lo fanno tutti. Non è una “cultura” nuova, la Bibbia la conosceva e la criticava - «Dicono gli empi: “Venite dunque e godiamo dei beni presenti, gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza! Saziamoci di vino pregiato e di profumi, non ci sfugga alcun fiore di primavera, coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano; nessuno di noi sia escluso dalle nostre dissolutezze”» (Sap 2 6-9) - ma oggi è attualissima, vincente, arrogante e pervasiva, perché non è più riservata ai ricchi e ai potenti, ma è alla portata di tutti. E i risultati?
Non si sa più come rimediare alle conseguenze negative, spesso angoscianti e devastanti soprattutto per i giovani. Si insiste a non curare il “cuore”, ma a incolpare il “da fuori”: le periferie degradate, le strade troppo strette, la droga tagliata male, le prigioni troppo affollate, i tribunali che non comminano pene adeguate, la polizia insufficiente, la politica corrotta, gli stranieri, i genitori che non svolgono il loro ruolo educativo, la Chiesa antiquata… Come rimediare? Sembra che finalmente si sia trovata una soluzione promettente: impiantare telecamere dappertutto, lo strumento più efficace per controllare le cose e non il cuore. Per non essere definiti da Gesù ipocriti come gli scribi e i farisei cerchiamo di non cedere a questa logica e di contrastarla.