Nel deserto con Gesù

I Domenica di Quaresima - Anno C

Per riconciliarsi con sé stessi e con Dio.

Il racconto delle tentazioni di Gesù si presta a suggestioni fantasiose perché il deserto è un luogo che stimola la fantasia – vedi i film: Lawrence d’Arabia, I predatori dell'arca perduta, La mummia e tanti altri – nonché le immagini sulle tentazioni di Gesù, e perfino interpretazioni devote più attente al luogo che a ciò che vi accade. Un’altra interpretazione da evitare è quella che considera i “quaranta giorni nel deserto” una esperienza drammatica, insidiosa, o, peggio, una punizione. Non è così. Gli evangelisti che la raccontano (Matteo, Marco, Luca) sono concordi nel precisare che Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito Santo, per conoscere, affrontare e vincere le tre tentazioni che riassumono quelle che avrebbe dovuto affrontare giorno per giorno, dall’uscita dal deserto fino alla crocifissione, e che nel piccolo dobbiamo affrontare anche noi. Perciò è doveroso chiedere allo Spirito Santo di essere guidati anche noi come Gesù nel deserto. Ma dov’è questo deserto? È questa Quaresima. Entriamo allora nel deserto e prepariamoci ad affrontare le prove.

La tentazione del pane

«Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». «Non di solo pane vivrà l’uomo», risponde Gesù. A noi, umilmente impegnati a condividere la risposta di Gesù, il tentatore può raggirarci, proponendoci il contrario: “Lasciate perdere le parole che escono dalla bocca di Dio: l’amore fraterno, il perdono, la gratuità, la povertà… perché non nutrono, sono soltanto illusione o inganno. Scegliete quelle concrete, vincenti, utili”. È la tentazione del materialismo che considera la realtà piatta senza alcuna apertura verso valori che non siano pane per lo stomaco. Questa tentazione è nell’aria che respiriamo, è l’acqua nella quale nuotiamo, è la scuola che frequentiamo con maestri che propongono la loro lezione da tutti i pulpiti. Se non la controlliamo, può rendere incerta, superficiale e altalenante la sequela di Gesù.

La tentazione del potere

«Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: “se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo”». Gesù: «Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Questa tentazione potrebbe sembrare più facile da sconfiggere, perché a causa dell’ateismo, rifiutato e negato l’unico Dio, se ne sono creati talmente tanti altri da alternarsi secondo le mode, in maniera così veloce da non fare in tempo a costruire altari stabili per offrire i nostri desideri, la nostra volontà, i nostri piaceri. In realtà, però, c’è il rischio drammatico di vivere sempre in ginocchio davanti o all’uno o all’altro: potere, denaro, successo, scarpe, acconciature, palestra, perfino il cagnolino. Questa adorazione che non rende culto soltanto a Dio può essere indirizzata non soltanto a divinità massicce (denaro, successo, potere) ma anche a uno spillo, che, se non ce l’hai, non campi. Gli esempi non mancano: il ragazzino che dà di matto perché gli viene tolto il cellulare, il potente che distrugge un popolo perché vuole le “terre rare”.

La tentazione del pinnacolo del Tempio

Il diavolo condusse Gesù a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del Tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui… i suoi angeli ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi».
La risposta: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Questa è la tentazione più difficile da individuare perché subdola, e può nascondersi anche sotto la preghiera, la devozione, l’elemosina… quando apertamente o inconsapevolmente si vuole convincere Dio a fare la nostra volontà.

Ma il deserto dov’è?

Lasciamoci guidare dallo Spirito nel deserto! Ma il deserto dov’è? Eccolo! È la nostra vita, i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni. Portiamo tutto davanti alla pietra, sul monte alto, sul pinnacolo del tempio e rispondiamo come ha risposto Gesù.


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