Responsabili del bene e del male

XXVI Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Non possiamo mai considerarci fuori.

Sul finire del secolo scorso, con la caduta del muro di Berlino sembrava che finalmente potesse crollare un altro muro, più massiccio di quello: la divisione del mondo in due: i "nostri" e i "loro". Così lo scontro sarebbe diventato incontro; la contrapposizione dialogo; le differenze ricchezza. Tante furono le iniziative per rafforzare questa fiducia: marce della pace con Francesco di Assisi come modello e ispiratore; incontri interreligiosi, scambi culturali... Un panorama promettente. Ma il terrorismo, la forma più insensata, vigliacca e sanguinosa di rifiuto del dialogo, con l’attentato alle torri gemelle spalancò la porta a una situazione di «terza guerra mondiale a pezzi» – come la definisce Papa Francesco - che rischia sempre di più proprio in questi giorni di diventare totale.

Come è potuto accadere tutto questo? La risposta è conosciuta da sempre: per la barriera eretta tra i nostri e i loro, cioè tra due fronti, ognuno dei quali con la certezza che il “nostro” è più di quello degli “altri”. Così si realizza ciò che afferma l’apostolo Giacomo: «Dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni» (Gc 3,16).
Questo muro, nato con noi nel giardino dell’Eden, con il passare del tempo non si sgretola, anzi si rafforza. Per aprire qualche breccia sono necessari cuore e menti grandi come quelli di Mosè e di Gesù che abbiamo ascoltato dalla parola di Dio. Giosuè, accortosi che due uomini non avevano rispettato l’elenco dei settanta profeti scelti dal legislatore, corre da Mosè: «Mio signore, impediscili!». Ma l’uomo che parlava con Dio faccia faccia (Dt 34,10), risponde: «Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!».
Lo stesso problema allarma l’apostolo Giovanni: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva» («non era dei nostri», recitava la precedente traduzione della CEI). Gesù va oltre Mosè. Afferma che chiunque fa il bene, anche con un gesto semplice come dare un bicchiere d’acqua, è con lui pur senza saperlo.

Lo scandalo

Costruire dei muri, soprattutto quando essi sono eretti per scandalizzare i piccoli: i deboli, gli indifesi, i senza voce… merita il massimo della pena. «È molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare». Scandalo, nel linguaggio del Vangelo, è l’ostacolo che rende difficile proseguire nella via del bene (Pietro si trovò in questa situazione, Mt 16,23), particolarmente grave quando crea inciampo ai “piccoli”. In questo caso durissime sono le parole di Gesù: «Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala… se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo… se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via». Esistono oggi scandali così gravi? Papa Francesco per condannare il caporalato e il rifiuto di accogliere gli emigranti ha ricordato che «defraudare la giusta mercede all’operaio è uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio», come ha scritto l’apostolo Giacomo: «Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente».

Attenti alla macina

La parola di Dio di questa domenica ci ha portato su problemi così grandi che potrebbero indurci a pensare che non ci riguardano. Non è così. Non saremo responsabili delle vittime innocenti delle guerre tra Russia e l’Ucraina, e Israele e Palestina, ma di quelle della nostra società scombinata e disorientata, sì. Fatti sempre più tragici e frequenti: madri che uccidono i figli, figli che sterminano la famiglia, uomini che uccidono le mogli… sono davvero al di fuori della nostra responsabilità? Commentando questi episodi un rinomato psicologo si domandava: «Com’è possibile che non ci sia accorga che un figlio, un genitore, un coniuge, un amico abbia difficoltà e intervenire prima che esse esplodano? Di cosa si parla tra genitori e figli, tra mariti e mogli, tra vicini di casa, tra amici? Non ci si parla e non ci si ascolta, e i risultati sui più “piccoli” sono evidenti». Con Mosè auguriamoci: «Volesse il Signore porre su di noi il suo spirito!». Con Gesù impegniamoci a essere sempre pronti a dare un bicchiere d’acqua nel suo nome.


Condividi

responsabili-del-bene-e-del-male.html

Articoli correlati

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato su iniziative e novità editoriali
Figlie di San Paolo © 2024 All Rights Reserved.
Powered by NOVA OPERA