Santi anche noi

Tutti i Santi - Solennità

La santità non è solo per gente scelta e per eroi.

Anche se dal Concilio in poi ce lo hanno detto e ce lo siamo detto in tutte le salse che non è così, “santi” evoca una parata di statue che ci guardano e chiamano dagli altari, facendoci sentire piccoli piccoli; che spingono ad ammirarli e a lodarli, ma a concludere sempre: “Non è per noi”, perché quegli uomini e quelle donne hanno poco da spartire con le nostre giornate e le nostre occupazioni: il lavoro ripetitivo, monotono e stancante; le corse per arrivare dappertutto con il tempo che non basta mai; i soldi che finiscono prima di quanto dovrebbero, i figli, i nipoti, gli amici… “Non è per noi”.

Continuiamo a pensare e a dire così - quasi da non credere! – anche oggi che le statue sono scese dagli altari per vivere in mezzo a noi. Stiamo attraversando decenni nei quali i santi, quelli del “non è per noi”, li abbiamo visti nei telegiornali, incontrati sulle nostre strade e nelle nostre piazze: San Papa Giovanni XXIII, San Paolo VI, San Giovanni Paolo II, il Beato Giovanni Paolo I…, li abbiamo sfiorati, abbiamo stretto loro la mano, forse anche ottenuta una foto da tenere bene in vista sul mobile del salotto. “Sì, ma quelli erano Papi. Noi no. Non è per noi”. E il beato don Pino Puglisi? “Era un prete e un eroe”. “Non è per noi”. E Gianna Beretta Molla, e Chiara Luce Badano?”. “Straordinarie, uniche, incredibili”. “Non è per noi”. E Carlo Acutis? “Se lo confrontiamo con i ragazzi della sua età, viene da pensare che sia arrivato dalla luna”. “Non è per noi”.

Invece è per noi!

Gesù, proclamando le Beatitudini, la carta magna del suo messaggio, non pensava sicuramente a eroici protagonisti o piccole élite di coraggiosi che ogni tanto, ora qui ora là, ora in Assisi, ora in Polonia, ora in Sicilia…, avrebbero sfidato la monotonia di una fede fioca e inefficace ai fini del vivere quotidiano. Egli chiamava tutti e ogni singolo, i piccoli in prima fila, ad accoglierle come scelte di vita e a interpretarle come sale, luce e gioia per sé e per tutti.

“Sì, ma le Beatitudini, bellissime e straordinarie, sono troppo alte per noi”. Purtroppo, anche nei confronti delle Beatitudini (come del Vangelo che esse sintetizzano) resiste la persistente convinzione che esse siano per gli “specialisti”, gli eroi, i sognatori, i “martiri”, non per i credenti scadenti e intermittenti come noi. Non è così! Esse sono proprio per “piccoli”, che magari senza conoscerle, le vivono non credendosi il centro del mondo; non pensando che la vita sia una loro conquista da non condividere con nessuno; non spaventandosi e lamentandosi alla prima difficoltà; rifiutando la prepotenza, l’arroganza e ogni forma di violenza; operando e propugnando la pace e la giustizia. Vivere così non è una rinuncia alla gioia di vivere, ma fede e saggezza.

La moltitudine ci aspetta

L’evangelista Giovanni, nell’Apocalisse, il suo libro che apre misteriosi spiragli sulla vita che verrà, vede «una moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» che adora Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Chi ci sarà in quella moltitudine immensa? Soltanto i santi delle statue e dei quadri? In quella moltitudine incontreremo i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri amici e tutti quelli che hanno vissuto le Beatitudini, anche senza conoscere il testo, vivendo bene e creando il bene.


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