Don Francesco Fiorillo, responsabile della Fraternità Monastero San Magno di Fondi (LT), racconta - e fa raccontare a chi l’ha vissuta e la vive - la drammatica esperienza di genitori che perdono un figlio. Un libro carico di dolore e speranza, arricchito dalla preziosa prefazione di Daniele Mencarelli.
«Di fronte a certe prove, rimanere presenti è prova di coraggio vero, di umanità viva e innamorata. In molti fuggono, che siano amici o parenti, perché condividere il dolore vuol dire farsene carico. E poi c’è chi rimane. Senza grida, esaltazione, sussurra: presente, io ci sono, ci sarò. Ecco l’opera e la missione di don Francesco Fiorillo […]. Dentro il monastero di San Magno, nel comune di Fondi, che è esso stesso emblema di una rinascita da una morte durata secoli. Grazie a don Francesco, pietra a pietra, riedificato: dalle macerie a casa che accoglie nella bellezza, dove tutto è amore. In questo luogo abitato dal sacro, dove il sacro è in ogni filo d’erba, don Francesco ha dato vita e corso al Nain, un gruppo di genitori che, nella fraternità della presenza, rinascono un giorno alla volta dopo la scomparsa di un figlio».
Daniele Mencarelli sintetizza perfettamente il senso del libro Funamboli. Genitori che camminano sul filo dell’Oltre, in cui don Francesco Fiorillo, responsabile della Fraternità Monastero San Magno di Fondi, racconta e fa raccontare cos’è Nain, gruppo che prende il nome dalla località in cui Gesù ridestò dalla morte il figlio di una madre disperata.
Il libro vuole essere un percorso, un prendere per mano chi abita il dolore della perdita di un figlio o di una figlia, un provare a camminare spalla a spalla con i genitori sopravvissuti alla morte, in bilico sul filo della sofferenza più grande. L’Autore affronta le domande impossibili di chi attraversa questo lutto: come si può vivere il dolore? Perché a mio figlio e non a me? Dove era Dio? Come portare avanti la vita?
Interrogativi che restano senza risposte. Ma con grande umanità si può accompagnare chi queste domande le sperimenta, perché esse aprono processi, spingono ad andare oltre le solite e banali parole sulla morte, spalancano nuovi orizzonti verso l’Infinito che rende digeribile il finito. Come scrive ancora Mencarelli, «leggere Funamboli è immergersi nella nostra umanità più profonda, fare conoscenza di quel dolore, la perdita di un figlio, che tutti sperimentano nei propri incubi e che alcuni vivono nella realtà della carne. Ma è proprio dalla carne che rinasce l’uomo. L’uomo e il suo amore, oltre il velo della morte».
I capitoli sono accompagnati da estratti dei brani del noto cantautore Niccolò Fabi, che nel 2010 ha vissuto l’esperienza raccontata in questo libro.