L’amore, nelle sue molteplici manifestazioni, è uno dei temi centrali degli scritti di Gibran. La nota di fondo dell’antologia presentata in queste pagine è la coniugazione tra amore e infinito, espressa nella convinzione che la vita non abbia termine nell’individuo e non sia destinata all’annientamento definitivo, ma risponda all’eternità da cui scaturisce.

I brani qui raccolti sono distribuiti secondo un preciso disegno. Essi costituiscono infatti le tessere di un’immagine che va formandosi a poco a poco e apparirà alla fine: il discorso del profeta Almustafa sull’amore, collocato a coronamento di tutto come un mosaico ricomposto.

Scrive Isabella Farinelli, curatrice del volume: «Questa nuova edizione ha a che fare, oltre che con la speranza, con l’esperienza, personale e sociale. La coniugazione tra amore e infinito si dimostra vincente in Gibran, attraverso le sue parole scelte e persino nella luce riflessa di certe rivisitazioni che apparirebbero discutibili da un punto di vista strettamente filologico. Questo singolare emigrante dell’anima si rivela quasi suo malgrado, a cent’anni dalla prima edizione del Profeta, uno dei più efficaci testimoni dell’immortalità».

Un vero e proprio percorso di formazione o, se si preferisce, un lungo giorno di attesa, desiderio e compimento, che trova il suo naturale confluire in Dio.