Schiavi d’Italia

Un reportage sul ghetto pugliese di Borgo Mezzanone, tra Foggia e Manfredonia, in cui vivono circa duemila braccianti, soprattutto nordafricani.

«Diciamolo chiaramente: situazioni come quelle descritte in questo libro sono possibili perché, a più di settantacinque anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, ci sono ancora vite che valgono meno di altre. Ci sono ancora persone considerate meno umane di noi. Questo si chiama razzismo».

È come sempre limpido, netto, inequivocabile nelle sue parole don Luigi Ciotti, autore della Prefazione del nuovo libro del giornalista e scrittore Luca Maria Pernice Schiavi d’Italia. Caporalato, diritti negati e speranze in uno dei ghetti più grandi d’Europa. Foggiano, Pernice da sempre richiama l’attenzione su eventi o fenomeni problematici del territorio in cui vive, convinto che solo attraverso la conoscenza e la cultura sia possibile costruire una società più giusta e responsabile. Allo stesso modo cerca di valorizzare le cose belle e positive che ci sono: anche se a volte possono sembrare piccole e irrilevanti, hanno la capacità di vincere la rassegnazione e stimolare il cambiamento.

L’Autore è entrato nel ghetto pugliese di Borgo Mezzanone, tra Foggia e Manfredonia, in cui vivono circa duemila braccianti, soprattutto nordafricani. In questo luogo off limits, ha visto le disastrose condizioni di vita nella baraccopoli e ha parlato con alcuni migranti. Tante le storie che si sono incrociate, tanti i racconti e i ricordi: i Paesi di origine, la disumana povertà e le guerre; il duro lavoro nei campi, spesso fatto di dodici ore al giorno, per pochi euro l’ora; i molti sogni infranti. Sono storie di donne e uomini, schiavi del XXI secolo, vittime del traffico di esseri umani, di meccanismi di oppressione ed emarginazione, del sistema del caporalato che calpesta i loro diritti.

Ma in queste pagine non c’è solo dolore. C’è anche la loro speranza di libertà: liberi dallo sfruttamento, liberi di vivere con dignità. Una speranza che può avanzare anche grazie al contributo della società civile e alla presa di coscienza di ogni singolo cittadino.


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