Viaggiando da Genesi a Esodo, da Levitico a Deuteronomio passando per Numeri, Alessandro Deho’ ci porta a incontrare personaggi lontani, ma capaci ancora di parlarci delle loro e delle nostre fragilità e bellezze.
Il libro nasce dal desiderio di condividere il gusto della vita quando viene immersa nella sapienza biblica. «In questi scritti - scrive l’Autore - ho tentato di mantenere la semplicità. Di non cercare per forza l’interpretazione originale, di mantenere il registro di uno scambio tra amici, di condividere il gusto buono di parole che sono calde, affidabili, buone».
Nel libro troviamo Adam, terra baciata dal Soffio che crea; Noè, che crede si debba salvare un seme di umanità da cui ripartire; Abramo che deve lasciare certezze e accogliere l’inatteso, e Isacco, normalità fatta persona; Giuseppe e la sua famiglia, dove tutti hanno torto e ragione, e la complessità di Mosè, la necessità di riti come quello della pasqua, che tiene insieme memoria e apertura al futuro. E il popolo amato e liberato che però subito dimentica e mormora; a differenza di Dio, che invece non dimentica, e dona le Dieci parole perché crede in noi.
E dopo Genesi ed Esodo, Deho’ si sofferma sul senso di appartenenza nel Levitico, la non-fede nel Libro dei Numeri, il rapporto personale, vivo e vitale che nasce ed è generato da un invito assoluto che giunge dal Deuteronomio: «Ascolta».
C’è tanto, in questi antichissimi testi, che ci riguarda. E che, innanzitutto, ci guarda mentre noi leggiamo: i moti interiori, le relazioni, il senso dell’esistere e del credere, il modo di stare al mondo e di fare comunità. Come ben ci racconta don Alessandro, la Bibbia non ci trasmette una dottrina, ma una testimonianza di vita. Di vite che hanno incontrato Dio nelle luci e nelle ombre della propria concretissima umanità.