Il 21 marzo, l'Italia ricorda le vittime innocenti delle mafie. La Giornata della Memoria e dell'Impegno, promossa da Libera e Avviso Pubblico, è un "rito laico" che celebra la vita e la speranza, unendo il ricordo delle vittime alla lotta per la giustizia.
La Giornata, giunta alla sua XXX edizione, sarà ospitata quest’anno dalla città di Trapani. Proclamata per la prima volta da Libera nel 1996, è stata poi ufficialmente riconosciuta dallo Stato italiano nel 2017.
La scelta del 21 marzo non è casuale. Il primo giorno di primavera vuole infatti rappresentare la rinascita e la speranza. Perché la Giornata non è solo una doverosa occasione di memoria, ma anche simbolo di impegno concreto a costruire una società più giusta e libera dalle mafie. Con un’attenzione particolare a coloro che hanno sacrificato all’altare dell’impegno la possibilità di una vita normale.
Tra questi Giuseppe Carini, collaboratore di don Pino Puglisi, diventato nel 1995 testimone di giustizia ed entrato così nello speciale programma di protezione previsto in questi casi. Nel recente libro di Roberto Mistretta, «I miei giorni a Brancaccio con padre Puglisi», Carini racconta in prima persona in quale modo il rapporto con don Pino gli cambiò la vita: «Se sulla mia strada non avessi incontrato padre Puglisi – sottolinea nel libro - oggi figurerei tra quelli che detengono il controllo a Brancaccio. O marcirei in carcere. O sarei sepolto da qualche parte. O, peggio, sarei sciolto nell’acido. Padre Puglisi mi ha salvato, come un vero padre salva un figlio».
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