Abramo e Sara pellegrini nella speranza

Padri e Madri nella Speranza - 2

Abramo, in obbedienza al padre, esce da Ur dei Caldei (antica Mesopotamia) per andare nella terra di Canaan (la terra promessa) alla ricerca di una situazione migliore (cfr. Gen 11,31). Giunto a Carran, a metà strada del cammino, vi si stabilisce. Il padre muore. Abramo diventa così capofamiglia e Dio gli intima di riprendere il cammino. Abramo si fida e diviene… pellegrino di speranza.

Ad Abramo che abita in terra di passaggio, il Signore dice: «Vattene dalla tua terra…» (Gen 12,1). Abramo dalla sua terra, Ur dei Caldei, era già uscito! La terra da cui deve uscire è, allora, il provvisorio che riteneva definitivo. La parola autorevole di Dio, con i verbi tutti al futuro: «ti indicherò la terra che ti darò… farò di te un popolo numeroso… sarai portatore di benedizione, per tutte le famiglie della terra», gli apre un cammino pieno di speranza (cfr. Gen 12,1-4).

Abramo si fida e, con la moglie Sara e i servi, lascia Carran e giunge a Canaan. Vi trovano, però, la carestia! Per non morire di fame, vanno in Egitto. Ed ecco un’altra prova: il faraone s’invaghisce di Sara. Abramo, per salvarsi la vita, la presenta come sorella! Tornano a Canaan. Il tempo passa, ma la discendenza promessa non arriva. Si erano illusi o Dio era venuto meno alla sua promessa? Abramo e Sara pensano che il figlio promesso potrebbe essere il loro servo. Ma il figlio promesso sarà il loro figlio, non il servo! Decidono, secondo i costumi del tempo, che il figlio possa essere generato da Abramo con Agar, la schiava di Sara, moderna “madre surrogata” (Gen 16,3-4). Dio corregge di nuovo il loro errore. Il figlio nascerà proprio da loro, benché molto anziani. Sara a 90 anni concepisce Isacco (che significa «egli riderà») e ricorda che Dio ride di noi quando non ci fidiamo di Lui e ci fa ridere di noi stessi quando dubitiamo che Lui possa rendere “possibile l’impossibile”. La speranza di Abramo e Sara riprende le ali!
Li attende, tuttavia, una prova più dura: Dio chiede di sacrificare Isacco sul monte Moria. Abramo, con il cuore spezzato, parte per eseguire il comando. Quando sta per sacrificare Isacco, Dio glielo impedisce, restituendoglielo sano e salvo. La fedeltà di Abramo a quello che ritiene comando di Dio è a prezzo della vita, testimoniando che nessun dono, neanche quello del figlio, occupa nel suo cuore il posto centrale che appartiene a Dio.
Isacco, da figlio biologico, diviene anche figlio della fede. Abramo era certo che Dio non avrebbe ucciso la speranza che accende nei cuori di chi si fida di Lui. Per questa sua fede riceve una nuova benedizione che rafforza la sua speranza nel futuro (cfr. Gen 22,17-18).

Abramo nel Nuovo Testamento è considerato padre nella fede e nella speranza: «Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia» (Gv 8,56). Quale giorno? In Isacco, sano e salvo, vide «il mio giorno» (quello di Gesù), nel senso che Abramo anticipa la fede nella risurrezione: «Abramo credette, che Dio dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che non esistono» (Rm 5,17b). «Egli pensava, infatti, che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo» (cfr. Eb 11,17-19).
Abramo e Sara sono nostri padre e madre nella fede e nella speranza perché, come noi, hanno avuto dubbi e commesso errori, ma si sono lasciati correggere e guidare dalla parola di Dio, ripartendo rafforzati nella fede e pieni di speranza: «pienamente convinti che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento» (cfr. Rm 5, 21).

La storia di Abramo e Sara è in Gn 11,27-25,18.

«Siamo abituati a riconoscere in Abramo il nostro padre nella fede; l’Apostolo ci fa comprendere che Abramo è per noi padre nella speranza; non solo padre della fede, ma padre nella speranza» (cfr. Francesco, 29 marzo 2017).

Preghiamo
Signore, nostro Dio, da te proviene
la speranza che fa sognare il futuro.
Donaci il coraggio di lasciare le certezze
che ci inchiodano nel provvisorio, nell’immediato, nel poco ma sicuro.
Liberarci dalla tentazione
di risolvere subito e senza impegno, le fatiche del cammino.
Fa’ che la fede e la speranza di Abramo e Sara
ci diano forza nelle prove della vita.
E, tu, Signore Gesù, nostra unica speranza,
fa’ che, nel nostro pellegrinaggio terreno,
ti riconosciamo come l’amico che cammina con noi
e scalda i nostri cuori, riempiendoli di speranza.
Ci sorregga sempre la speranza, posta dal tuo Spirito
nei nostri cuori, che non delude mai.


LEGGI ANCHE: 1. La speranza di Dio


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